martedì 14 dicembre 2010

L'animale più sociale: il cavallo o l'uomo? -il Giornale

"Vieni via, non mischiamoci con quella gente!" Quante volte non abbiamo sentito questa frase? L'uomo è si un animale soggiace a un ordine gerarchico stabilito a più livelli, potere, soldi, forza fisica… tuttavia una differenza dei cavalli, l'uomo di esso, crea in qualche modo degli insiemi, onde rendere più evidenti ridicole differenze individuali. Ci sono così sono fighi, gli splendidi, gli sfigati, sono nerds o intellettuali o secchioni, sono comunisti, sono leghisti, sono centristi, sono berlusconiani, gli islamici, sono cattolici, mi taoisti, gli ultrà, sono vegani, sono vegetariani, sono chimici, gli ingegneri, I medici, sono calciatori, sono cacciatori, il gruppo degli amici, sono giovani, sono vecchi, sono buoni, sono brutti, sono cattivi, sono drogati, e infine le solite puttane tanto cura un Ezra Pound, "il miglior fabbro". Poi vabbè, la gerarchia vuole il presidente sia uno e solo, anche se non riconosciuto tutti ' unanimità. I cavalli non. Non esiste il gruppo dei cavalli neri e quello dei cavalli colorati. A causa di haflinger non fanno finta di non capire l'italiano quando un avelignese chiede loro informazioni. A causa della sella italiani non si scostano quando passa un arabo, né un arabo pensa un loro venire infedeli. Mi selle francais appellano non in modo dispregiativo mi bardigiani o I murgesi venire "italienne", pronunciandolo a denti stretti. Alcune regole gerarchiche sono le stesse: anche fra I cavalli il più forte è lo stallone possono dominare sensibilmente però comanda la matriarca femmina (ahinoi). Fra I cavalli c'è un primo e c 'è un ultimo e c' è posto per tutti. Per il resto, mangiano, dormono, lasciano ricordini, fanno minchiate, si accoppiano e muoiono. Tutti insieme appassionatamente, entropicamente. Noi no. Tanti gruppi, primi di tanti, tanti ultimi, pochi amori, tanti odi, poca conoscenza degli altri e quindi poca crescita personale. Noi siamo antropici e per nulla entropici, tendiamo un ordine di tariffa, dividere, separandoci… Oggi per voi sono lo spirito dei natali passati e vi porto in una squallida scuderia suburbana. C'è un recinto fatiscente e un prezzolato commerciante sta scaricando il solito argentino con la navicolite. Nessuno si accorge di un vecchio cavallo sgangherato, ossuto, allunga il collo a carpire I fili d'erba oltre lo steccato. L'unico ad accorgersene è l'argentino, non appena sceso dal camion, corri subito dal compagno di sventura. L'altro si volta, abbassa le orecchie, fa' la faccia cattiva ma non c'è niente da fare, non può cedere al più giovane. Le "pratiche burocratiche" fra I cavalli ora sono sbrigate e non resta essere nuovi amici. C'è un elemento interessante: il vecchio cedere al più giovane, cosa questa fra gli uomini, impedita da leggi e folclore, perché fra gli uomini l'erba più verde è dei vecchi, fra l'altro neanche sanno farsene così morituri venire sono. I giovani umani devono sputare sangue, per diventare un giorno anche loro dei vecchi aridi avidi.
Ma era solo una nota incidentale; non è mia intenzione infierire sui senes fra queste righe, eppol molti sono talmente ridicoli si commentano da soli. Non a caso ho usato la parola senes: sarebbe bello che I nostri vecchi fossero dei saggi in tunica bianca, ormai disinteressati alle illusioni del potere e del denaro. Al contrario accentrano sia il potere le risorse, e se ciò non aggiungendo ci rubano le donne giovani e leggiadre e le vecchie e laide le lassano a noi (consumando quintali di pilloline azzurre e gialle).

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